È in corso presso la basilica di Sant’Agostino il restauro della Crocifissione attribuita al maestro Liberato di Benedetto. L’opera, ricondotta agli anni 1430-32 (e dunque considerata testimonianza dell’attività giovanile del pittore), è di dimensioni imponenti e rappresenta la morte di Gesù, che si trova crocifisso al centro della scena. Con i suoi cinque metri di altezza per dieci di larghezza, il dipinto vede il Cristo tra i due ladroni, attorniato da una folla di soldati, astanti e discepoli che assistono al dramma. Sulla sinistra è raffigurato Giuseppe d’Arimatea che chiede a Pilato la salma del Crocifisso.
«Abbiamo voluto il restauro dell’opera – spiega il parroco don Marco Tarquini – perché alcune parti dell’affresco evidenziano il distacco della pellicola pittorica». È stato dunque necessario intervenire in fretta e in modo importante. Al momento la restauratrice, Martina Comis, sta effettuando la pulitura dell’affresco, che si presenta coperto da una spessa patina di polvere e altri residui. Si passerà quindi al fissaggio delle parti che si sono staccate. L’opera richiede inoltre che venga riportata alla giusta tensione la tela che sostiene il dipinto. Conservato in Sant’Agostino dal 1973, l’affresco non è stato mai oggetto di un vero restauro e a 45 anni dal suo spostamento è necessario intervenire sull’apparato che sorregge la pittura, strappata da una parete dell’aula capitolare del convento degli agostiniani, oggi usata come palestra della scuola Sacchetti Sassetti. Al tempo del distacco, l’affresco si trovava dietro un muro edificato per proteggerlo.
Quando è stato riscoperto, il dipinto si presentava in pessime condizioni e per consentirne la conservazione fu spostato nella chiesa attigua. Dapprima sistemato all’ingresso, sul lato sinistro della basilica, ha trovato la sua collocazione definitiva in occasione di alcuni interventi di restauro sulla chiesa, durante i quali è stato posto nel transetto, dove ancora oggi può essere ammirato. La pittura originale, mano a mano che emerge dalla pulitura, evidenzia la notevole qualità artistica di Liberato di Benedetto, che ha eseguito l’affresco con grande maestria. Lo si vede, tra le altre cose, dai dettagli dei vestiti e dei personaggi, che sono davvero belli.
Le ultime operazioni sul dipinto avranno un carattere integrativo. Saranno ricostruite alcune delle parti mancanti: un rifacimento eseguito in modo da aiutare la lettura dell’opera, pur restando distinto dalla pittura originale.
Il 31 ottobre il lavoro attorno all’affresco di Liberato di Benedetto sarà oggetto di una visita di studio da parte degli studenti delle prime classi del Liceo Artistico, che potranno osservare sul campo il lavoro di restauro ed entrare in contatto con un’importante testimonianza storica e artistica del territorio. Il tempo necessario per i lavori di restauro è stato stimato in circa sessanta giorni.